1896 Le origini

Determinare con esattezza l'anno di costituzione di un corpo musicale a Locate è impossibile. Sappiamo però con certezza che verso il 1850 esisteva una banda municipale che partecipava alle varie manifestazioni civili. Nel 1896 ci fu un accordo scritto per cui il parroco di allora, Don Luigi Passoni, ammetteva il corpo musicale ai servizi religiosi, dietro compenso pattuito. La buona armonia, però, durò poco perché già agli inizi del 1900 incominciarono divergenze e screzi. Parrocchia e Amministrazione municipale si scambiavano accuse scrivendo su due giornali: il Coadiutore, Don Camillo Cereda, inviava i suoi articoli a 'Il Resegone' di Lecco firmandoli col nome 'Paolotto', mentre, di rimando, il professor Giovanni Castiglioni gli rispondeva per le rime dalle righe de 'Il Cacciatore delle Alpi' di Varese, firmandosi come 'il Garibaldino'.

  • La banda nel 1906, in occasione della raccolta fondi per la guerra italo-turcaLa banda nel 1906, in occasione della raccolta fondi per la guerra italo-turca

Il 25 giugno 1900 Don Camillo scriveva:
“Quest'anno abbiamo fatto la nostra processione senza banda. In paese, pare che la cosa non abbia fatto buona impressione, tanto che qualche testa sublime, avrebbe detto di non voler fare l'offerta delle galette alla Chiesa. A costoro dirò che l'offerta certamente è libera; ma bisogna però ricordarsi che colle galette si aiuta l'opera degli uomini, non quella di Dio, il quale non ha bisogno di galette: tanto è vero che qualche volta ce le manda alla malora. Piuttosto vediamo di dare a ciascuno il suo e di mettere le cose come sono. Perché la banda non ha accompagnato le processioni? Se si deve credere a quanto qualcuno ha detto, ciò è avvenuto perché 'la paghen una cioca de lac'. Nel vicino paese di Abbiate la banda di solito fa sei accompagnamenti religiosi con una retribuzione di ₤ 100. L'anno scorso fra la nostra Fabbriceria ed i Superiori della banda fu fatto un accordo, che avrebbe dovuto essere pure di ₤ 100; ma che, non guardando ad un ₤ 10 in più od in meno sarebbe stato ridotto a 90. Parola data, bisognava osservarla ed invece mi fu detto che alla banda furono date solamente ₤ 80. Apriti o terra ed ingoia i pufatt! La banda che ordinariamente fa quattro accompagnamenti religiosi, essendo buona di lasciare il suo paese per servire gli altri, come ha fatto l'anno scorso a Corpus Domini, la paghen una cioca de lac. E sono ₤ 20 per accompagnamento; ciò che non vien dato alla banda d'Abbiate. Ma un'altra cosa dobbiamo considerare ed è questa. Sono due anni che una Commissione si assume l'incarico della trebbiatura del frumento ed il vantaggio, mi ha detto il nostro Coadiutore, per metà è stato destinato a beneficio della banda: anzi mi diceva fino che il primo anno alla banda sono toccate ₤ 130 ed al secondo anno ₤ 246 circa. Dunque il paese concorrendo per avere questo vantaggio, col dare il suo frumento alla commissione, meritava un po' più di riconoscenza che non gli fu usata. Il servizio gratuito nella processione dei morti è troppo poco a compensare il paese di quanto ha fatto ed è disposto a fare per la banda. Altro che dire 'la paghen una cioca de lac'.”

Naturalmente la replica del Garibaldino non si fece aspettare: nel suo lungo articolo toccò diversi punti della vita sociale del paese, ma noi ora ci limitiamo a ciò che riguarda la banda che così scriveva:
“La tua pappolata di domenica scorsa, o Paolotto, se da una parte mi ha lasciato indifferente, dall'altra mi ha fornito una novella prova della povertà del tuo spirito e della grettezza del tuo animo.[…] Se qualcuno dei bandisti aveva tenuto un contegno poco educato, unicamente perché aveva lanciato durante una rappresentazione la parola paolotto, tu non dovevi pubblicamente insultare tutto un corpo onorevole; né tu, che dovresti essere più educato e non maneggi quotidianamente la vanga o la zappa, avevi il diritto di dare del villano a chi, al tirar delle somme, ti paga e ti mantiene. Ma la tua azione fu ancor più disonesta e degna proprio di quel seminatore di zizzania che sei, allorché, mentendo per la gola, affermasti che la filarmonica ha fatto quattro accompagnamenti religiosi, per ciascuno dei quali, pur essendosi pagate ₤ 80 – invece delle 90 prima convenute – la filarmonica venne a percepire ₤ 20. Ciò è tanto falso, che persino un sacerdote – che non è al par di te cattivo di cuore e corto di cervello – s'è creduto in dovere di scrivere al Resegone per rettificare i fatti; ma l'imparziale Resegone ha cestinato la corrispondenza, con la quale si sarebbero messe in cristiano oblio le tue menzogne. Infatti la filarmonica intervenne non solamente a quattro, ma a ben sette accompagnamenti religiosi e precisamente nei giorni 4, 8 e 11 giugno, 16 luglio, 16 e 17 settembre e 8 ottobre 1899. Ma vi ha ancora di più! Nel medesimo anno la stessa filarmonica ha compiuto due servizi straordinari – non compresi nel contratto – in occasione della visita pastorale del cardinale arcivescovo. In compenso di questo brillante stato di servizio l'onesto parroco, al momento di sborsare il prezzo convenuto, volle – con quella caparbia ostinazione che lo distingue – pagare ₤ 10 in meno. [….] Ma oltrecché menzognere, o Paolotto, tu sei anche ipocrita, quando fingi di sapere dalla bocca del coadiutore quanta parte di utili toccò alla filarmonica per la trebbiatura del grano; quasiché non sia noto anche ai sassi delle contrade, che il Paolotto ed il coadiutore son un corpo ed un'anima sola. Va là, illibato Paolotto! La tua faccia tosta non ti salverà certo dal pubblico disprezzo , per aver tu rubato l'onore del corpo musicale! […]”

Si arriva così, fra accuse reciproche, al 6 giugno 1901, quando sul Resegone appare il seguente articolo:
“Tacere sul fatto di Domenica scorsa non è possibile. Che la commemorazione dello Statuto possa essere cosa, se non doverosa, però lecita ed onesta, ognuno lo capisce. Ma cosa c'entra l'inno di Garibaldi suonato a crepapelle dalla nostra banda? Non è lo Statuto che si è voluto commemorare, bensì qualche cosa d'altro. Si son fatti gli onori ad un uomo, che è il generale arrestato e ferito ad un piede ed alla coscia sinistra ad Aspromonte il 28 agosto 1862 e battuto e vinto a Mentana il 3 novembre 1867; ad un uomo che fu dei capi del partito repubblicano, e che lavorava più per odio alla Religione, che per desiderio dell'unità d'Italia. L'odio suo contro il Vicario di N. signore Gesù Cristo, il Papa, gli ha fatto dire bestialità, che non direbbe un dannato dell'inferno. E chi ha onorato questo uomo? La banda di Locate Varesino. Bravi! Bene! Benissimo! Avanti con coraggio, e fatevi onore!.... E poi pretendete di onorare nostro Signore Gesù Cristo nelle processioni..... Buffoni! E non sapete che non si può servire a due padroni? Ma per oggi basta.”

1901 Il processo

L'aver dato dei buffoni ai bandisti fu la classica goccia che fece traboccare il vaso: infatti costò a Don Cereda una denuncia per oltraggio. Poiché fu trattenuto in Questura in paese ci furono disordini e questa volta ci fu una seconda denuncia per 37 persone, fra cui il Parroco Don Luigi Passoni. Quello che successe allora è dettagliatamente descritto nel verbale del processo che si è tenuto presso la corte d'Appello di Milano Sezione II e che di seguito ne riportiamo uno stralcio:
“[...] Per interloquire adunque su tale gravame occorre riassumere sinteticamente le circostanze che precedettero, originarono ed accompagnarono il fatto agli appellanti attribuito. Rimane accertato per i rapporti ufficiali in atti, per le dichiarazioni fatte dagli imputati sia nel processo scritto che in quello orale, e per le giurate attestazioni raccoltesi, quanto in appresso: - Nel giorno 6 agosto 1901 innanzi al tribunale di Lecco aveva luogo la trattazione della causa penale contro Don Camillo Cereda di Locate Varesino quale autore di corrispondenze pubblicate dal giornale 'Il Resegone' di Lecco, contenenti espressioni lesive l'onoratezza ed il decoro dei componenti la Direzione e la Banda Musicale di Locate Varesino, costituitisi parte civile in detta causa. Motivo, o pretesto, a dette corrispondenze fu il fatto, che nella ricorrenza della festa dello Statuto del 1901, i musicanti suonarono l'inno di Garibaldi, rifiutandosi di suonare la Marcia Reale. Nel pomeriggio di detto giorno 6 agosto 1901 si divulgò in Locate Varesino la notizia che il Prete Don Cereda era stato condannato e trattenuto in carcere e che per festeggiare tale vittoria dei bianchi sui neri (come pare si esprimesse un telegramma spedito da Lecco) si sarebbe fatta baldoria quella sera nella casa del Sindaco di Locate Varesino, Carnelli Carlo, Direttore della Banda Musicale, e di Tanzi Oreste, membro della Direzione dello stesso Corpo Musicale. La popolazione di Locate, volendo protestare contro tali tripudii, numerosa radunavasi alla sera sul piazzale, ed affisso pubblicamente un manifesto scritto in lapis ceruleo, portante i desiderati dei dimostranti, si pose a gridare quanto recitava il manifesto, e cioè abbasso il Sindaco, vogliamo i nostri preti nelle scuole ad insegnare il catechismo, e nella Congregazione di Carità per distribuzione dei fondi della beneficenza. La radunata andò ingrossandosi fino a due o tre centinaia di persone, e fuvvi chi scagliò sassi e bastoni contro la porta della casa del Sindaco Carnelli e del Tanzi, rompendo l'insegna ed un cancello della casa di quest'ultimo. Per sedare il tumulto intervennero la Guardia campestre Colombo del Comune di Locate, il Brigadiere con due Reali Carabinieri della Stazione di Tradate, ma siccome il vociare continuava, codesti Agenti della Forza pubblica indussero il Parroco don Passoni ad alzarsi da letto ed a portarsi in piazza, e fu dietro le parole di pace del Parroco che tutti i dimostranti si sciolsero e la quiete tornò ad imperare. Alla sera successiva la dimostrazione si ripeté colle solite grida senza getto di sassi e bastoni, e trovandosi in Locate il Delegato di P. S. Gori ed il Brigadiere di Turate, costoro si rivolsero al Parroco Don Passoni, che era presente, ingiungendogli di imporsi alla folla, onde cessasse di tumultuare, ed il Parroco pur dicendo agli assembrati "andate a casa; è una vergogna fare di queste cose, il Sindaco non ne ha colpa" (come attestano Luigi Caimi e Giovanni Colombo) soggiungeva: "andate, pecorelle, ma avete ragione, il Sindaco ha un po' di colpa, ma il torto superiore è dei vostri mariti che hanno eletti gli amministratori comunali – dovevate pensarci prima delle elezioni: ci penserete alle prossime elezioni". Fu allora che il Delegato ed il Brigadiere invitarono il Parroco a ritirarsi, ed in seguito tutti i dimostranti si calmarono e ritornarono tranquillamente alle loro case. Questi sono i fatti nella loro nudità. [...]”

  • Il manifesto in lapis ceruleo di cui si parla nel verbale del tribunaleIl manifesto in lapis ceruleo di cui si parla nel verbale del tribunale

Per la cronaca Don Camillo fu condannato a pagare un'ammenda mentre al Parroco fu posto sotto sequestro il beneficio parrocchiale, che però gli fu tolto due anni dopo. Gli altri imputati, quasi tutte donne, furono prosciolti, tranne una condannata a una pena pecuniaria di ₤ 50 per aver 'oltraggiato' la Guardia Comunale. Come era prevedibile la condanna di Don Camillo fu l'oggetto dell'articolo scritto dal Garibaldino al quale rispose Paolotto il condannato. Le loro dispute, che ci riportano alla memoria i personaggi di Peppone e don Camillo di Guareschi, continuarono a suon di articoli sui giornali: l'uno difendeva i comportamenti di Garibaldi e l'altro lo contestava, entrambi facendo riferimento a personaggi illustri. Comunque sia è proprio da questi contrasti che è nata la nostra banda attuale.

Nel 1902, chiamando attorno a sé alcuni musicanti, Don Camillo poneva le basi per un nuovo complesso musicale: il Corpo Musicale Parrocchiale S. Cecilia. All'inizio fu lui stesso a sostenerlo, a dirigerlo e ad accompagnarlo nelle varie esibizioni. In seguito, quando divenne Parroco, chiamò un maestro a dirigerlo.

Un'ultima nota: la banda municipale si sciolse nel 1904.

1902 Nasce la banda parrocchiale

Agli inizi del 900 a Locate esisteva già da anni una banda municipale il cui presidente era il Sig. Carnelli. In seguito agli episodi avvenuti nell'anno precedente, nel 1902 Don Cereda raccolse attorno a sé alcuni musicanti dando così vita al Corpo Musicale S.Cecilia. Due anni dopo la Banda Municipale si sciolse. Come segno di riconoscimento la nuova banda aveva un solo cappello. Don Camillo, suo alacre sostenitore, l'accompagnava nelle varie manifestazioni e chiamò a dirigerla il maestro Eligio Banfi di Gorla che rimase per circa 15 anni a capo del complesso. In seguito ne assunse la dirigenza il maestro Giovanni Grimoldi (Giuanela) che era stato avviato agli studi musicali proprio su consiglio di Don Cereda.

Dopo di lui diversi maestri si sono avvicendati alla guida del nostro Corpo Musicale: Salvatore Saja, Angelo Ramponi, Carmelo Battaglia... fino al maestro Giuseppe Lotito che l'ha accompagnato alle soglie del 2000 per poi lasciare il posto ad un suo giovanissimo allievo, Matteo Canavesi. Quindi Pino Maggio, Antonio Montalbano, Francesco Guerrieri, fino all'attuale Michela Pisoni.

  • La banda all'inizio del 1900La banda all'inizio del 1900
  • La banda all'inizio del 1900La banda all'inizio del 1900

Essendo in passato corpo parrocchiale, la nostra banda ha sempre avuto come presidente il parroco. Questi però delegava un suo rappresentante. In tutti questi anni ne ricordiamo alcuni in particolare che hanno ricoperto questa carica per diversi anni: Fortunato Castiglioni (il Fortunin), Luigi Volonté, la sig.ra Graziella Alemani e Augusto Canavesi. Maurizio Premazzi è il presidente in carica.

1945 Racconti ed aneddoti della banda musicale

Estratto dal primo volume de "Lucàa ai tèmp indrèe" a cura di Antonio Castiglioni, Lucia Castiglioni, Daniela Galli.

Martedì 14 Novembre 2017 si è tenuta in Comune una riunione dedicata ai Nonni, il tema era raccontare episodi e cose dei nostri tempi, aneddoti, storie vissute, e tutto quello che ricordava quei tempi passati. Così mi è venuta voglia di raccontare la mia storia che comincia il 26 Aprile 1945, cioè il giorno dopo la fine della Guerra. Io mi chiamo Aurelio Virginio Castiglioni, per tutti solo Virginio. A quel tempo avevo 11 anni, ero già molto curioso e sentivo i vecchi (che parlavano tutti in dialetto) raccontare della guerra finita; mi ricordo quando il regime fascista fece togliere le campane dal campanile perché occorreva il bronzo per fare i cannoni, e i vecchi dicevano: "Campànn a tèra émm perdù la guèra".

A Locate c'era la Banda musicale, oggi "Corpo Musicale S. Cecilia", fondata nell'anno 1896. Allo scoppio della guerra, siccome non si potevano tenere assembramenti di nessun genere, don Stefano Ballarati, presidente della Banda, decise che ogni musicante conservasse il proprio strumento a casa sua, per una eventuale ripresa dei servizi. Il 26 aprile vedo mio padre, chiamato da tutti Furtùnìn, e il Francesco Ramponi, detto Zain, prendere il clarino, scendere in cortile e mettersi a suonare tutti contenti. Lo stesso giorno tutti i vecchi musicanti si ritrovarono per decidere la ripresa delle lezioni e per organizzare la prima uscita dalla fine della guerra, il 1° Maggio, durante la quale hanno suonato l'inno dei lavoratori.

A me piaceva sentire suonare, cosi dissi a mio padre se potevo andare alle lezioni di solfeggio dal maestro Grimoldi (Gjuanèla). Dopo due mesi mi hanno dato lo strumento per fare un poco di pratica e mi hanno messo in banda come terzo genis, o tromboncino. La scuola si trovava nel cortile sotto la casa del vecchio parroco Don Camillo Cereda, che fu anche primo Maestro della banda. Era un locale grande e buio: entrando per la prima volta mi sono impaurito perché io ero il più piccolo tra i musicanti e tutti mi guardavano un po' stupiti, domandandosi chi fossi.

Da parte mia ero molto intimorito guardando quelle persone che dal mio punto di vista erano tutti vecchi. Ecco come era composta la scuola: entrando sulla destra c'era la fila dei secondi clarini composta da Giovanni Galli (Bugèla), Luigi Colombo (detto Màia de sèc, perché mangiava solo panini), poi Antonio Galli (Galét) e mio padre (Furtunìn), poi venivano i primi clarini che erano Francesco Ramponi (Zaìn), Protaso Saibeni (Prutasìn) e Celso Borsani (Censìn); in un secondo tempo si sono aggiunti anche Egidio Colombo (Campanatèl), Bruno Martinelli e Pippo Uslenghi.

Sul lato di fronte c'erano le trombe: erano Giannino Corbella (Svizér), Vittorio Corbella, Luigi Colombo (Sacrista) e Enzo Curto (il lattaio). Nel mezzo del locale, sotto le trombe ci stavano i sassofoni: al contralto Ettore Brambilla, Piero Zacchia e Virginio Curto, al soprano Giuseppe Borsani e Giuseppe Curto sax tenore. Carlo Castiglioni (Bagàt), Fiorenzo Colombo e Alfredo Novello erano alla batteria (tamburelli). Sul lato sinistro di fronte ai clarini ci stava il controcanto composto da Cesare Colombo (Bazòla), Luigi Castiglioni (Sciavàta) che suonavano i bombardini e Antonio Lusiardi che lavorava al Teatro della Scala e sapeva leggere il setticlavio. Poi veniva tutto l'accompagnamento: cominciamo dai bassi che erano il Bùsoeu, il Pumpèe, il Lùisoeu e il primo oriundo argentino con il fratello Lodovico, figli della Anchelita (Angiulinèta), che si chiamava Quansito (in italiano Giovanni); poi venivano i tromboni: Enrico Frontini (Pipèta), Ernesto Uslenghi, Piero Pasta, Antonio Fassina e Giuseppe Caimi (Zapin du Caeucc). Per ultimi i genis che erano Camillo Antognazza (Cristòfan), il Lodovico e per finire Natale Corvetti (Natalìn).
Le lezioni cominciavano il martedì alle 20.30 per finire alle 23.00 circa. Verso le 22.00 arrivava Don Stefano con 2 fiaschi di ottimo Barbera perché erano tutti assetati. La Banda partecipava a tutte le feste religiose e alle cerimonie civili come il 1° Maggio, il 4 Novembre e il 25 Aprile.
Quando si facevano le processioni (quattro volte l'anno) c'era molta gente per le vie del paese: si partiva dalla Chiesa suonando una marcia religiosa dedicata alla Beata Vergine che durava per tutta la via Catenacci, poi si suonava la marcia Corpus Domini e così si arrivava in Chiesa per la funzione.
All'uscita dalla Chiesa si suonava una marcia, poi si andava a fare il giro delle osterie cominciando dal Carlàscia, poi Curtélèzi, il Buléta, il Villa, il Sant'Anna per finire in Cooperativa. Lì si suonava ancora, si mangiava un panino e si finiva alle otto di sera. La Banda di Locate era conosciuta anche nei paesi vicini e veniva chiamata per servizi religiosi e concerti a Carbonate, Lonate Ceppino, Solbiate Olona e tanti altri paesi.

Ogni tanto i Maestri cambiavano e ne arrivavano di nuovi con esperienze diverse: ricordo tra tutti il Maestro Saja di Cislago.

Nel 1954 ho dovuto interrompere la mia esperienza in banda perché sono andato a militare, ma non ho smesso di suonare perché facevo parte della Fanfara dell'Ottavo Bersaglieri a Pordenone. Quando sono rientrato in Banda ero diventato la prima tromba solista, purtroppo però i musicanti più anziani si erano ritirati tutti!

Ricordo ancora molto bene alcuni aneddoti che erano capitati con quelle "colonne" che erano stati! Cominciamo dal più anziano e cioè dal mio carissimo e simpatico Natalìn Curvèti: lui parlava in dialetto e solo qualche parola in italiano e quando eravamo sul palco per un concerto mi diceva: "Sona té che mé sun ciòch". Poi c'era il Ludovico che la musica la leggeva a spanne: tutte le volte che gli capitava un bemolle o un diesis andava in tilt allora bisognava segnare tutte le note con il numero della chiave da premere, era davvero un divertimento! Ne avrei ancora tante da raccontare, ma la più bella è stata questa. Siamo andati a suonare a Milano alla Sagra di San Cristoforo sul Naviglio Grande. Partendo dalla Darsena ci hanno fatto salire su un barcone, trainato da due cavalli che camminavano sulle due sponde opposte. Eravamo seduti come su un palco, con il parroco della chiesa di San Cristoforo che esponeva il Santissimo e ci invitava a suonare marce allegre e non quelle religiose troppo tristi. Quando si arrivava al ponte si scendeva tutti e lui dava la Benedizione. Le rive del Naviglio erano piene di gente che applaudiva, si mangiava un panino e si beveva un bicchiere di vino, poi ci si preparava al rientro. Quella sera però mancavano due musicanti ed eravamo tutti preoccupati perché non si riusciva a trovarli. Finalmente, nella confusione generale, li abbiamo trovati: erano in un angolo un po' meno affollato e stavano suonando per delle ragazze un'aria molto famosa, "Amami Alfredo", della Traviata di Giuseppe Verdi.

La Banda di Locate, negli anni '7O ha anche inciso un disco: siamo andati a Milano per inciderlo e lo abbiamo venduto in paese. È stata davvero una bella esperienza e con il ricavato abbiamo comprato le divise nuove! Per un lungo periodo poi, la Banda organizzava ogni anno in estate una gita sui laghi. Tutti i Locatesi erano invitati, infatti si partiva con tre o quattro pullman si prendeva anche il battello e si visitavano paesini molto caratteristici, dove la banda non perdeva occasione di suonare allegre marce davanti ad un pubblico sempre molto numeroso. È stato davvero un periodo bello ed interessante, la gente partecipava in massa perché ci si divertiva molto e in modo diverso rispetto ad oggi.

Io mi sono ritirato dalla Banda per motivi di lavoro ma mi è sempre rimasta nel cuore. Sono contento che ancora oggi, dopo tanti anni, la Banda esista ancora, anche se, cambiando i tempi, non è più la banda come la ricordo io.
Per quanto mi riguarda, ogni tanto suono ancora a casa mia e questo mi aiuta a tenere vivi tantissimi bei ricordi! L'ultima volta che ho suonato davanti ad un pubblico è stato più di vent'anni fa al funerale di mio papà, quando ho suonato il "Silenzio fuori Ordinanza" per rendere omaggio ad una persona che per la Banda aveva dato con passione tutta la sua vita!

Terminando questi miei pensieri in libertà, ringrazio tutti, anche quelli che la mia memoria non mi ha permesso di nominare, scusate il disturbo e, come sempre, VIVA LA BANDA!

Virginio Castiglioni

1958 Arriva la prima divisa bianca

Don Ballarati così scrive:
"1958 Corpo Musicale S.Cecilia - Il nostro corpo musicale che conta tante belle affermazioni nel passato, partecipando a tanti concorsi e riportando premi, indicendo anche concorsi in luogo colla partecipazione di encomiati corpi musicali, ha ripreso nuova vita. Per dar segno della loro buona volontà e impegno di proseguire di bene in meglio, i musicanti quest'anno hanno rinunciato alla solita passeggiata destinando la somma stanziata per questa, alla provvista di una divisa uniforme. Con tale divisa il corpo musicale ha già fatto la sua comparsa in pubblico con un po' di meraviglia e approvazione di tutti. Felice constatazione: il contributo dei musicanti fu un invito ai simpatizzanti e ai buoni locatesi a concorrere alla spesa e così fu. Ora possiamo dire: la divisa è pagata. Ringraziamo i promotori e gli oblatori."

  • La banda con la divisa biancaLa banda con la divisa bianca
  • La banda con la divisa biancaLa banda con la divisa bianca

1971 La divisa è sciupata e se ne fa una nuova

La vecchia divisa bianca era ormai ridotta in cattivo stato e il Corpo Musicale, che da qualche anno viene richiesto con molta insistenza in molti centri della provincia, non poteva più presentarsi così dimesso e disordinato nel vestire. La nuova divisa consiste in un "fresco di lana" in tinta aviatore, con fregi in oro e rosso, di taglio serio e raffinato. In quell'occasione viene introdotto anche il primo gruppo di Majorettes, con divisa rossa, che in seguito diventeranno "le tamburine". Nel 1978, sotto la guida di Giusy Cimadon e di Pino Pecorella, si raccolgono alcune bambine dai sette agli undici anni, per lo più figlie o nipoti di musicanti, che andranno a costituire il primo nucleo di mini-majorettes.

  • La banda nel 1971La banda nel 1971

Dal giornale locale del 14 Maggio 1971:
"Il corpo Musicale S. Cecilia è per i locatesi una delle istituzioni più care; pochissimi farebbero a meno della loro "banda" che rallegra l'estate con i suoi concerti e rende solenne ogni manifestazione locatese. Quest'anno gli appassionati avranno una gradita sorpresa. Dopo aver superato notevoli e facilmente intuibili ostacoli la banda uscirà quest'anno completamente rinnovata. Sappiamo tutti dell'incremento dato all'organico dalla scuola allievi che ha procurato oltre 24 nuovi elementi; sappiamo del rinnovato impegno da parte dei componenti e dei dirigenti per preparare un programma sempre più nutrito e un'esecuzione sempre più impeccabile. Ma il 20 maggio i locatesi vedranno la banda rinnovata anche esteriormente. I suoi componenti indosseranno infatti una nuova fiammante divisa.
Era, questa, un'esigenza ormai inderogabile. La vecchia divisa bianca era ormai ridotta in cattivo stato, e il corpo musicale, che da qualche anno viene richiesto con molta insistenza in molti centri della provincia di Como, non poteva ormai più presentarsi così dimesso e disordinato nel vestire. L'ordine esterno, la divisa nuova, che i bandisti terranno certamente con la massima cura, parlerà bene del nostro paese alla provincia e ai molti stranieri che si fermano in gran numero ad ascoltarla.
E anche lasciando da parte queste considerazioni, noi locatesi dobbiamo ai musicisti della banda un piccolo sacrificio, in cambio del loro impegno e divertimento che ci procurano.
La nuova divisa, disegnata e confezionata dalla ditta Fraizzoli di Milano, consiste in un "fresco di lana" in tinta aviatore, con fregi in oro e rosso, di taglio serio e raffinato.
Un'altra graziosa novità sarà costituita da tre ragazzine che, in divisa rossa precederanno la banda reggendo il nuovo gagliardetto. Le signorine non saranno soltanto una nota di colore, ma fungeranno da vallette nei concerti e in tutti i servizi musicali.
Domenica 20 maggio, alla presenza delle autorità, nella commovente ricorrenza della Prima Comunione il sig. Parroco benedirà sia la nuova divisa che il gagliardetto. Ne sarà madrina la signora Cecilia Castiglioni.
Attendiamo quindi tutta la popolazione locatese per le ore 7.45 del 20 maggio nel cortile dell'asilo infantile per partecipare alla inaugurazione e alla benedizione del gagliardetto e della divisa.
A tutti i musicanti e al m.o Battaglia gli auguri di tutto il paese per la prossima stagione musicale."

1982 Si festeggiano gli ottant'anni di vita della nostra banda

Per l'occasione è pubblicato un opuscoletto che, fra l'altro, riporta il ricordo di Don Andrea, che ci ha lasciato da poco, e l'augurio di Don Battista che da poco è arrivato. In quegli anni banda e majorettes erano un unico complesso "rinnovato della presenza di numerosi giovani e giovanissimi". Insieme partecipavano a sfilate e davano vita a numerosi spettacoli. Mentre la banda si preparava per concerti più impegnativi, le majorettes si allenavano per partecipare ai campionati zonali, nazionali ed internazionali nello sport del twirling, cioè esercizi ginnici e coreografici singoli o di gruppo realizzati con il "bastone", l'attrezzo che usano regolarmente in sfilata. In tanti anni di attività il gruppo è diventato quasi un simbolo per la nostra comunità, una presenza che ha da sempre accompagnato gli avvenimenti tristi e gioiosi, della nostra vita civile e religiosa. Nel 1987 il corpo musicale parrocchiale con majorettes si è diviso.
Di seguito vengono riportati gli auguri rilasciati da alcuni personaggi di spicco della banda e della collettività cittadina estratti dall'opuscoletto celebrativo dell'80esimo anno di attività del Corpo Musicale citato precedentemente.

  • Concerto per gli 80 anni della banda Concerto per gli 80 anni della banda

Se non c'era la nostra banda...

La nostra Banda è giovane!
Ottant'anni di vita che segue
e segna lo scandire di avvenimenti
di questo secolo tragico ed esaltante.
La capacità di essere in sintonia
e di situarsi dentro il farsi della nostra Storia
non ha confronto, perché le note della Banda,
con le sue marce allegre o tristi,
suscitano e interpretano i nostri sentimenti.
Leggere e cantare la gioia e il dolore;
dare speranza e ammonire con gravità,
suscitare il senso religioso e la spensieratezza del vivere;
perpetuare le immortali intuizioni del genio umano;
la novità e l'eternità del destino dell'uomo:
ecco il perché la Banda.
I bambini con gli occhi sgranati,
gli anziani col cuore gonfio,
gli adulti con la maturità del sano realismo:
cioè noi siamo quelli della strada,
quando passa la Banda...
Ma le nostre strade sarebbero sempre
e solo selciato o asfalto, monotone o afone,
e noi sempre lì,
con nessuno capace di dirci e di darci l'aria giusta
per ridere o piangere, per ritmare o sostare.
Allora, invece, non torniamo a casa come prima.
Che pionieri i nostri nonni,
dalle mani ruvide,
dal volto solcato di rughe,
dalla fronte piena di sole!
Come diventavano belli e fieri,
armati dei loro strumenti musicali,
sempre lucidi,
con una carica importante di più da fare,
anzi inorgogliti per un servizio di più
prestare a tutti nel paese,
a cui bastava solo un cappello
ed una bandiera per sapersi gratificati.
A vedere le fotografie, assomigliano tutte le Bande:
anche la nostra, ieri, 80 anni fa, e oggi.
... se non c'era, la nostra Banda,
era da inventare.

don Battista

  • Il Corpo Musicale nel 1982 rinnovato dalla presenza di numerosi giovani e giovanissimiIl Corpo Musicale nel 1982 rinnovato dalla presenza di numerosi giovani e giovanissimi

Ricordo di don Andrea

Ricordo "tante" cose del Corpo Musicale (La Banda) S.Cecilia di Locate Varesino..., in fondo... (viste a distanza tutte "bellissime"). Particolarmente due momenti che sono come gli estremi della mia esperienza: la sera del 19 marzo 1961 quando venni a Locate, e, dopo, la S. Messa delle 17 (o 18) nel cortile di Villa Sorriso, mi incontrai "ufficialmente" con la Banda...: tutti "omoni" adulti e anziani... appassionati... veterani!, e la sera del 19 marzo 1981 (esattamente vent'anni dopo) ancora dopo la S. Messa (a ricordo del mio ventennio) e nell'identico cortile (Villa Sorriso): ancora un efficacissimo Corpo Musicale, ma "totalmente" (o quasi) cambiato nei membri: tutti giovani, o addirittura, giovanissimi, eccetto due o quattro elementi; anch'essi appassionatissimi!...
Da queste mie prime parole, emerge ciò che più ricordo del Corpo Musicale... gli uomini! alcuni uomini!... di cui ebbi ed ho tutt'ora, immensa stima... A loro, ai musicanti sono dovuti: la gloria, l'onore, il ringraziamento!..., ieri, oggi e domani!.
Ed ecco la mia carellata nel ricordo appunto di « uomini » tutti carissimi che tramandandosi la fiaccola di un grande ideale furono e sono l'anima della Banda di Locate Varesino.
Castiglioni Fortunato (il Fortunin) con Saia di Cislago (tutt'ora vivente) e con il defunto maestro Grimoldi Giovanni e il compianto Frontini Giovanni. Intanto gli cresce ai fianchi il figlio Virginio. Poi il maestro Angelo Ramponi di Carbonate e il vice maestro Chiappa... Tra i vecchi musicanti ricordo il « Cenzin » (defunto) e Ramponi Francesco, Castiglioni Carlo, Galli Antonio, Colombo Cesare, Uslenghi e Airoldi Giovanni. Pure loro defunti. Il carissimo Galli Natale tutt'ora in breccia (i piatti).
Quindi i maestri: Matrella, Battaglia, Martellotta... quanto lavoro! quanto brigare e tribulare! gioie e dolori!
Altra fase: il Volonté Luigi... il lento cambiamento di elementi: l'avvento graduale dei giovani, giovanetti e ragazze.
La comparsa del Maestro Lotito (tutt'ora in piena attività) e la comparsa del rag. Luigi Caimi. Intanto fanno timidamente "capolino" e poi si affermano sempre più le meravigliose Majorettes che passano di vittoria in vittoria... con le figure dei loro maestri, guide, istruttori: signora Galli Graziella, Giusi Cimadon, Pecorella Pino, Tassi, Dante Ossola, ecc.
Poi i membri di un vero e proprio consiglio; da ricordare ancora: Volonté Luigi, il maestro Lotito, Dante Ossola, la coppia Giuseppe Canavesi e Giusi Cimadon.
Da ultimo: per ricordarli in fila, animati tutti da una vera passione che diventa dedizione, persone di ieri come di oggi: Ferrario, De Piante, Canavesi Mario e Bianchi Giovanni, Castiglioni Aldo, Castiglioni Carluccio, Bressan Valentino.
Concludendo: io ho amato e collaborato (alla mia maniera) col corpo musicale di Locate Varesino... stimando e incoraggiando questi uomini... e attraverso questi uomini; oggi attraverso sempre Loro, auguro in occasione dell'80° un avvenire sempre più: glorioso, prezioso e religioso!
don Andrea

Il saluto del Sindaco

Caro Presidente
mi è particolarmente gradito, nella lieta ricorrenza dell'80° Anniversario della Banda Musicale Parrocchiale S.Cecilia, porgere a Lei e a tutti i componenti il corpo bandistico un plauso vivissimo per l'appassionato ed entusiastico impegno da Voi in questi anni profuso.
La Banda Musicale S.Cecilia può, a buon diritto, essere ormai considerata una istituzione della nostra comunità ed un costante riferimento in tutte le occasioni di incontro e ritrovo.
Formulo l'augurio che sempre più numerosi saranno i nostri concittadini, soprattutto giovani, che si uniranno alla Vostra attività, certa che nella letizia dell'attività musicale vengano rinsaldati legami e valori che stanno alla base di una convivenza civile e cristiana.
Con tali sentimenti Le invio, con rinnovato plauso, i miei più cordiali saluti.
Il Sindaco Rudi

2002 La nostra banda ha 100 anni!!

Domenica 7 luglio il Corpo Musicale Santa Cecilia, nato nel lontano 1902 per opera di Don Camillo Cereda, ha festeggiato il suo centenario. Un ricco programma è stato organizzato per festeggiare degnamente il centesimo anniversario: ore 11 Santa Messa, 15.15 sfilata per le vie cittadine delle Majorettes e delle bande di Locate, Mozzate, Cogliate e Uggiate Trevano, accompagnate dalla partecipazione straordinaria di un corteo di auto d'epoca; ore 15.45 concerto dei gruppi ospiti. Per concludere questa importante giornata, si è esibito inoltre un gruppo di giovani musicisti provenienti da diversi Paesi europei che per l'occasione sono stati diretti dall'ungherese tenente colonnello Geodon Jakab. Musica ed emozioni sono dunque stati i protagonisti di questo allegro compleanno, festeggiato da un gran numero di cittadini, orgogliosi di avere un così valente corpo musicale che con premi, concorsi e riconoscimenti ha sempre fatto onore a Locate.

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2023 La Banda di Locate tra ricordi, nostalgia e uno sguardo al futuro

Estratto dal "Locate Informa" nr. 1 di Maggio 2023

Qualche tempo fa proponevo alla mia amica Lucy (Lucia Castiglioni, figlia del "Fortunin", uno dei fondatori del Corpo Musicale di Locate Varesino), di essere intervistata per parlarmi dei suoi ricordi giovanili della banda. Lei mi rispondeva che non ne possedeva molti, aggiungendo però qualche riflessione interessante. Sosteneva che un tempo entrare in banda fosse una scelta quasi scontata per chi volesse stare in gruppo e condividere la musica. Non c'erano molti luoghi di aggregazione come oggi (associazioni, club, centri cultuali e sportivi, cineforum...) dunque la banda "con la sua musica" diventava il "pretesto" per trascorrere alcuni momenli in compagnia. Secondo lei i ragazzi che oggi suonano in banda fanno invece una scelta ben precisa e motivata, finalizzala ad acquisire competenze e cultura musicale da condividere e mettere poi a disposizione degli altri. Non a caso, oggi, il Corpo Musicale di Locate Varesino offre ai bambini e ai ragazzi della Scuola Allievi l'opportunità di costruire un percorso formativo attraverso corsi di propedeutica e di studio di uno strumento con la consulenza di maestri diplomati al conservatorio, altamente qualificati.
Lucia ricordava che un tempo, quando Ia banda faceva qualche trasferta, tutto il paese sisentiva coinvolto nell'evento destinato a diventare una festa indimenticabile e un ricordo indelebile nella memoria collettiva. Come quando si andò tutti a [Vilano, in occasione della festa del Corpus Domini, ad accompagnare la Banda che suonava nella chiesa di San Cristoforo (piccolo gioiello dell'arte gotica lombarda) e in processione lungo i Navigli al seguito del Santissimo Sacramento. Che emozione esaltante per tutti! Uscire dal paesello per recarsi in una grande città come Milano era un'avventura, il cui racconto si sarebbe protratto nel tempo e tramandato di padre in figlio... Un'altra importante occasione per la banda era partecipare alle processioni per le vie del paese suonando inni sacri e antiche melodie che racchiudevano in loro tutta la devozione della cultura contadina. Allora le vie e la piazza del paese si animavano e si vestivano a festa ostentando quei simboli religiosi custoditi nelle antiche sagrestie e nei bauli delle case tramandati di generazione in generazione.
E, durante il racconto, Lucia fa riaffiorare in me alcuni ricordi... Rivedo i davanzali delle finestre sui quali occhieggiano lumini accesi e rosari e piccole reliquie adagiati su preziose tovaglie ricamale, portate in dote con orgoglio dalle nonne... Lungo il percorso della processione scorgo noi bambine che abbiamo ricevuto la Prima Comunione spargere petali di rosa e cantare, accompagnati dalla solenne musica della Banda, il canto sacro 'Noi Vogliam Dio'.., Oggi il Corpo Musicale S. Cecilia di Locate Varesino, determinato a ricostituirsi dopo il fermo causato dal Covid, è molto attivo sul territorio, inclusivo, tecnologico, aperto a nuovi stimoli ed esperienze... Chissà cosa penserebbero della nostra banda i soci fondatori Fortunin e l'amico Zaìn (Francesco Ramponi) che il 26 aprile 1945, dopo l'interruzione causata dalla guerra, scesero in cortile e cominciarono a suonare con gioia i loro strumenti. Ben presto si unirono gli altri "vecchi" compagni musicisti. Insieme decisero di riprendere le lezioni e di organizzare la prima uscita dalla fine del conflitto. Era il 1 Maggio e la Banda di Locate suonò l'lnno dei lavoratori in un'Italia in festa che, dopo tanto dolore, si predisponeva alla rinascita. Sono passati un po'di anni dal dopoguerra, ma la gioia e l'entusiasmo di un tempo sono rimasti inalterati... Come allora i musicistidi Locate si ritrovano in sede,ogni lunedì sera, per stare insieme, suonare, sperimentare e accogliere chiunque voglia farsi contagiare dalla magia della musica.

Loredana Castelli
Consigliere Corpo Musicale S.Cecilia

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